Una nuova recensione di “A volte nel buio” da parte di Stefano Coccia per l’ottima rivista cinematografica Cineclandestino. Sotto un estratto e più giù il link all’articolo completo.
Vi è qualcosa di magnetico che attrae inesorabilmente nelle immagini di A volte nel buio, […] il demiurgo Carmine Cristallo Scalzi, autore anche dell’ipnotica colonna sonora e di una fotografia a dir poco raffinata, elegiaca, umbratile, sa conferire sempre un’impronta personale alle dicotomie profonde che abitano il racconto. […] un film, che tra falci nei campi e sadici dottori sembra rimandare persino all’abbagliante ambiguità morale del Vampyr di Dreyer. Fino a comporre quella danza macabra che specie nei frangenti più surreali sprigiona un’oscurità ammaliatrice.
Stefano Coccia, Cineclandestino